DIDACALISMO

Didacalismo, odo didacalismo
un perfetto onirismo
la quaestio che essere e non è potrebbe
suscitando impressioni di anarchismo
umano socialismo
suggestione o desiderio parrebbe.

Vago sfondo d’apocalitticismo
di là del nozionismo
aiuto che Melissa in classe riebbe
per maturità del didatticismo
familiare aforismo
nel sofà sul fiume s’erudirebbe.

Straordinaria la nostra coscienza
nega autoreferenza
nulla si crea secondo i panteismi
… e a dir dei solipsismi
elabora arduo pur nell’insipienza.

Paronomasia dei didascalismi
ciechi celodurismi
cicale, ci cale per attinenza
difforme competenza
nel produrre bislacchi neologismi.

148 didacalismo

Sonetto rinterzato (rime AaBAaB, AaBAaB, CcDdC, DdCcD)
(XXVIII.XLIV – 13.10 A)

POLITIQUE D’ABORT

Sia premesso che il libertario
non pondera il rapporto sessuale
dal destro di negarne il frutto.
(Non si può fare l’amore  
senza restarne intrisi)
Sia premesso che il libertario
non discrimina tra forme di vita,
specie quella della donna incinta.
(Dall’amore si può nascere,
ma non si deve morire).
L’aborto è un grave dramma umano
subito, suo malgrado, dalla madre,
sbaglia chi lo spaccia per un vizio.
(Le leggi non devono mai
vincolare le coscienze).
Quella donna è solo una vittima
della violenza sociale di stato;
Dio non sta ai vertici del potere!
(La legge è sempre arbitrio
nei confronti della libertà).

abord.jpg
 
Brano piuttosto rimaneggiato rispetto all’originale, nel tentativo di chiarire il più possibile dei concetti complessi, relativi a una questione che coinvolge profondamente (in qualsiasi modo la si voglia rigirare) la coscienza individuale. Per una completa comprensione trascrivo anche la prima versione che era intitolata semplicemente “Aborto”:
L’anarchico non uccide/ il frutto di un/ rapporto sessuale./ (Chi può fare l’amore/ senza provare affetto?)/
Il libertario/ protegge la vita/ della donna incinta./ (dall’amore nasce spesso/ un essere umano)./
L’aborto è un grave dramma/ subito dalla madre,/ voluto dalla borghesia./ (Le leggi non devono/ legare le coscienze)./
La donna è oppressa/ dalla violenza sociale;/ Dio non sta ai vertici dello stato./ (La legge è sempre arbitrio/ nei confronti della libertà)./
Scritto a Firenze all’età di vent’anni, ai margini del consesso degli Obiettori di coscienza (al servizio militare), in un contesto molto particolare… i sotterranei (che ospitavano una scuola) della St. James American Protestant Episcopal Church.
(VII – 6.1 Fi)

http://poeesie.myblog.it/media/00/00/1935958570.mp3

IL MANIFESTO

Orémus: il clero reazionario è
avverso all’obiezione di coscienza,
favorevole perciò alle guerre.
Kyrie eleison et Christe eleison.
Non capisco allora perch’è contro
rivoluzioni armate socialiste
tendenti a ripristinare giustizia,
mentre la guerra porta solo faa-me.
Constantia!

Disperato, profugo esasperato,
stanco di vivere ristretto, oppresso,
la risposta armata è vendetta,
non rivoluzione, liberazione.
Sangue chiama sangue per i tuoi figli.
Per un progresso saldo al socialismo
occorre lotta dura al capitale,
con resistenza attiva nonviolenta.
Aa-men!

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Brano estemporaneo scritto lo stesso giorno del precedente e riportato, senza titolo, nella stessa scheda cartacea. Ero a Roma da appena un mese e mezzo.
Non fa altro che riportare quello che già allora  (vent’anni) era il mio pensiero, movendosi tra quelle che alcuni potrebbero chiamare le “mie contraddizioni”, ma che in realtà sono le contraddizioni della chiesa da una parte e della “lotta di popolo armata”, la quale dato che è “di lunga durata”, tanto vale che sia nonviolenta.
Con la chiesa ufficiale non c’era neanche storia; frequentavo una comunità di base, quelli che sono ancora oggi i Cattolici del dissenso, era vivissima allora la teologia della liberazione in America latina e non del tutto nonviolenta per la verità…
Mi muovevo invece politicamente tra compagni che si definivano in gran parte atei e che ogni volta mi facevano due palle così per il fatto che fossi credente… Trovare chi la pensava come me (fuori dalla comunità) era una rarità e non era ancora accaduto.
Il brano va letto come se si officiasse una funzione religiosa, non per essere dissacrante, ma solo per sdrammatizzare (stile Giovanni Lindo Ferretti per intenderci).
(VI – 9.12 Rm)


http://nonviolenti.org/doc/varco_della_storia.mp3

 

ESALOGIA

LIBERAZIONE
L’hai il pollice?
Allora alzati all’alba
e raggiungi l’autostrada
per fermare le corse.
Uno stridore di freni
percuote le tue orecchie
e un’automobile ti porta via.
Corri verso la liberazione,
verso l’imprevisto,
verso la montagna
dove l’acqua sgorga
dalla terra e conforta
la tua esistenza.
Il giorno è troppo breve
per godere di ogni risorsa
e il tuo animo combatte,
vuole stare là con la natura,
evadere il mondo corrotto;
eppure tu tentenni,
ti imponi di tornare:
dormirai nel tuo letto,
ti alzerai, lavorerai, mangerai,
dormirai nel tuo letto…
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VAGONE
Un rumore mi sveglia,
l’ambiente che ho intorno
mi stupisce…
Gia! Sono in treno,
nel mio vagone,
nella mia cabina.
Dal finestrino
il paesaggio corre,
regna il silenzio.
Lei dorme ancora.
vorrei entrare
nei suoi sogni.
Mi cruccio
per la sua assenza;
la sveglio,
sguardo fulmineo,
irraggiungibile,
Intendo: il viaggio
sarà ancora lungo.
Ci abbandoniamo
a giochi quieti.

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INSONNIA
Quella casa era troppo ampia
perché io ci dormissi
un’altra notte.
Divenne un problema
assegnarmi un letto.
Dormire con te?!
Ci credevano innocenti,
tu non dicesti niente,
fulminea malizia negli occhi.
Pensavo si scherzasse,
situazione paradiso jamais veu
pericolosa, compromettente.
Mentre fantasticavo
non mi resi conto
che ti proposero di andare
dove io non volevo.
Fu una notte insonne,
passata a mordermi le dita,
primizia di occasioni perdute.

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I tre brani, insieme ad altri tre già pubblicati (L’esigenza, Suonando sulla nave, Un mondo diverso), costituiscono una particolare esalogia, in quanto sono stati composti in quarta superiore, durante l’ora di lezione, al primo banco.
Il diario riporta semplicemente “vena compositiva libera”. In realtà per qualche tempo questi brani non erano “riconosciuti” tra i miei versi, li conservavo quasi come testimonianza di quella “vela” mentale, come versi spontanei.
Per dirla tutta, io e il mio compagno di banco, tutt’altro che decisi a seguire la lezione, ci sfidammo a comporre versi a tempo, ognuno di noi dava il titolo del brano all’altro e tutto si doveva risolvere in qualche minuto.
I versi sono dunque composti di getto, in una sorta di flusso di coscienza ante litteram (allora non conoscevo certo quel concetto e tanto meno Joyce), penso si sia risolto tutto in meno di mezzora.
I brani sono stati corretti, mantenendo sempre il concetto originario. Questi pubblicati sono i primi tre, seguivano poi “Suonando…”, “Mondo diverso”, “L’esigenza”.
Sono riconoscibili in nuce le mie idee ecologiste, libertarie, pacifiste e una empirica passionalità. Essi segnano in sostanza uno spartiacque tra il primo e un secondo periodo compositivo.
(V – 7.4 Ca)

http://musicalbox.myblog.it/files/04%20-%20Sysyphus%20Part%204%20,%20Richard%20Wright.mp3

ESEGESI DI UNA LETTURA EVANGELICA

A Gesù gli ipocriti
chiesero il parere
sul divorzio
per poter avere
dichiarazioni compromettenti.
Egli rispose che l’uomo,
abbandonata la famiglia
e unitosi alla compagna,
avrebbe creato altre vite
non più divisibili.
Un matrimonio perfetto
è un legame anarchico,
si può credere utopistico
per le debolezze umane,
ma è meraviglioso da realizzare.
Nel mondo si fanno le leggi,
ma qualsiasi esse siano,
sono limitazioni della libertà.
Dio non impose nulla,
lasciò che si agisse secondo coscienza.esegesi,divorzio,dicotomia,dolore,ipocrisia,farisei,figli,matrimonio,coscienza,arbitrio

A sedici anni sentii anche il bisogno di dire la mia su Il divorzio (questo il vecchio titolo); allora ero assolutamente contrario… Successivamente la mia idea si è evoluta nel senso che traspare da questa esegesi.
Al giorno d’oggi è sempre più raro che un legame tra un uomo e una donna, duri una vita e sia felice. I casi esistenti non possiamo che definirli fortunati. Quanto alle leggi dello stato, esse talvolta vanno a toccare degli aspetti che dovrebbero essere lasciati alla libera determinazione della coscienza di ciascuno. Nessun uomo può stabilire delle regole che impediscano l’esercizio della libertà di coscienza di altri uomini, ad eccezione di ogni forma di violenza (ma questa è un’ovvietà).
I riferimenti sono del Vangelo di Marco.
Nel diario del tempo ho trovato invettive eccessive contro i fautori del divorzio e altri giudizi duramente faziosi che attestano la mia netta contrarietà (così, per partito preso, per propaganda subita acriticamente), come dimostra la stesura originale del brano, impresentabile.
(III-8.6 S)

UNA PAGINA DI STORIA

Nascesti tempo addietro
grazie a due compagni
che un giorno si amarono.
Quando la tua vita iniziò
la gioia riempì gli occhi
di chi ti stava intorno:
fu un evento importante,
come ogni venuta al mondo,
una pagina di storia.
Fu un dolce caso
il nostro incontro
non credere al destino.
Parlami e rivelati,
sei un essere umano,
agisci secondo coscienza;
spiegati i fenomeni
dell’esistenza circostante,
conosci te stessa.
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Versi celebrativi e asciutti (dopo la revisione) per il compleanno di L., una delle due protagoniste degli ultimi post. La mia età sempre sedici anni.
L’originale è molto più enfatico e retorico, il titolo era “Nasce una donna”. Compiva quindici anni, per me era già una donna! I versi richiamavano la metrica di una canzone di Battisti , “Anna”.
Nel diario: L. ti amo tanto anche se non sei qui.
Salteremo il facile fandango e gireremo per le strade allacciati, ma non voglio che il tuo bel viso diventi nella notte un’ombra bianca di pallido. (Procol Harum suggestion, ndt)
(II – 23.11 Sestu)

Musiica:
MI RE
RE DO
DO MI
(…e si riprende)
(IV – 17.12 A)