… COME GESU’ CRISTO

La società mi esclude perchè
i capelli mi cadono sulle spalle
e la gente che mi critica prega
davanti alla croce di Gesù:
non sa nascondere l’ipocrisia,
appartiene alla borghesia;
sa bene che Cristo è con noi,
eppure ne profana il nome
identificandosi come sua seguace,
ma agendo con metodi repressivi
nei confronti di chi osserva
realmente l’insegnamento di Gesù.
I reazionari giudicano l’uomo
dall’aspetto esteriore,
ma a noi interessa curare
la pulizia dell’anima.
I miei capelli liberi come il respiro
mi aiutano nell’elevazione spirituale,
mi fanno sentire più naturale
in questo mondo meccanico,
mi danno la forza di lottare
contro la falsità di chi cela
che i veri Cristiani siamo noi.

Versi ispiratimi dal brano Hair dell’omonimo musical che ad un certo punto declamava: “I miei capelli come Gesù li portava, allelujah li adoro / allelujah Maria amava suo figlio, perché mia madre non mi ama? / Hair, hair, hair, hair, hair, hair, hair / Flow it, show it / Long as God can grow it./ Capelli…/ lasciali sciolti, mostrali,/ lunghi fino a che Dio li farà crescere./
Composti a quindici anni, esprimono il desiderio di portare i capelli lunghi, non potendolo ancora fare. Tuttavia osservo come la rivoluzione hippy americana sia stata molto più di facciata e poco di sostanza; insomma tanto chiasso per nulla, considerato che tipo di generazione ne è venuta fuori, più o meno conformista e amerikana.
Non così in Europa, dove gli hippy e i freak sono stati assorbiti dal movimento studentesco e dalle lotte dei lavoratori.
Per almeno 25 anni portare i capelli lunghi ha rappresentato l’emblema di un modo di pensare anticonformista e alternativo.
Il titolo originale era “Capelli come Cristo” e la metrica seguiva “End of the world” di Aphrodite’s child (Evangelos Papathanassiou). Il brano è stato ampiamente rimaneggiato; riporto la versione originale, che mi parve eccessivamente retorica.

Capelli come Cristo
I capelli come Cristo porterò/ giacchè tutti i seguaci lo adoravano;/ nonostante ciò chissà perchè/ tanti sono quelli che mi odiano;/ non importa,/ alle ragazze piacciono,/ solo così mi amano: capelli come Cristo!/
Perchè in questo mondo non ci dicono:/ “vivete la natura in libertà”;/ loro l’innocenza non conoscono:/ dobbiamo noi e gli altri rispettare. [variante: i nostri capelli non fanno del male,/ ma l’umanità meccanica non conosce l’innocenza]/ Non ci aiutano,/ non ci liberano,/ non si accorgono della felicità che danno i capelli lunghi./
Sono poveri e così Dio li vuole/ e liberi nel vento contro il cielo [variante: Sono poveri e vivono liberi/ nell’aria come il respiro]./ Ma per essere noi stessi dobbiamo fuggire/ come gli uccelli, soli e senza niente/ che ci dica/ perchè/ il mondo è crudele contro noi./
Solo i bambini ci sorridono,/ solo le ragazze ci amano;/ in questo mondo pochi capiscono/ quanto è bello la natura vivere./ Porterò,/ sì porterò/ i capellicome Lui li vuole, amando te./
Nonostante l’età in cui è stata composta mi sembrano evidenti dei cedimenti retorici alla canzoncina e a tratti alla canzone di protesta (es. Come potete giudicar, Ragazzo di strada, e così via).
(II – 29.9 A)

Il brano fu musicato in questo modo:
(Inciso: primi 4 versi)
MI, FA#     FA#, FA, MI
LA, MI
MI, RE       RE, MI
MI, FA#
(tre volte, la terza volta dopo l’ultimo FA# c’è il SI)
(ritorno: 3 versi seguenti)
LA, FA#      SOL, FA#   SOL, FA#
LA, SI
(V – 24.2 Sestu)