INVITO AL SOGNO

E’ vago nel torpore mattutino
intendere il soffio della dea glauca
e ora nel mio scrittoio m’infervoro,
del cibo che solum è mio mi pasco.
Conquistatrice di passioni cupe
con i tuoi svaghi acerbi prendi e rendi,
impavida hai donato il turbamento
improvvido, prima di cestinarlo.
Il mondo è ai tuoi piedi, eppur prodiga
ti concedi al bacio e al desiderio,
un climax paradossale che sembra
parte della drammaturgia plautina.
Nel talamo austero lei ci divide,
avverto la tua smania nei suoi occhi,
finché lasci perdere ogni scrupolo,
fai pressione, mi sfiori e ti inondi.

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Un sabato del mese più bello dell’anno, alzarsi tardi è un invito al sogno e il sogno talvolta ti ripaga con dei fantastici cortometraggi, che è arduo descrivere al risveglio e non solo perché non si ricordano perfettamente.
Questi endecasillabi sciolti contengono qualche citazione e riferimento piuttosto evidente, pertanto almeno qui mi risparmio le note. Dico solo che il verso 4 è quasi tutto di Machiavelli, fatto abbastanza singolare visto come la penso su di lui (vedi Diary).
(XXV.XLI – 20.6 A)