UNE SOIGNANT

Sviluppare sempre lo stesso viaggio
con in mente un leggiadro chiodo fisso,
nei sensi donne, femmine, l’abisso,
darlings, beatitude, splendeur, abbordaggio.
Dai corpi avvenenti anse d’ancoraggio,
lodando i volti temi esser prolisso…
chiesa di San Francesco, alto il ginocchio,
distesa sulle scale dà nell’occhio.
Perdi la testa per come lei è pura,
fisico slanciato, assai sostanziale,
slava o del posto, è sovrastrutturale.
Guida una Luce d’Eramo un po’ oscura,
sfingica, irridente in sua congettura,
o compiacersi è segno liberale
di comprensione per tanto fervore,
altrimenti prova solo stupore.
Vaga, dietro lenti da sole ammira,
mentre indugi, offre rinfresco in tazzina,
poi avviandosi spinge la carrozzina.
Quanto considera e lambisce ispira,
ciò che veste si fa regale e attira;
scopre profondamente quand’è china
leve tonde e fini. Eterea ragazza,
infiamma anche le pietre della piazza.
Segue il tuo incanto con fare furtivo,
trascina oltre l’estremo la fantasia,
giri a largo ma permane bramosia.
Riappare al Dom, stai a distanza apprensivo,
gusti il possibile, audace, effusivo,
e a sera ogni ché la pioggia lava via.
Di mattina restano appena i sogni,
l’attimo in cui nel fiume Po ti bagni.

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Metrica: ottave in endecasillabi
Schema: ABBAABCC
(XXX.XLVI – 10.09 Piacenza)