ANGOSCIA ROMANA

Ieri mi sei apparsa
in tutto il tuo squallore:
cercavo da dormire;
dopo estremi tentativi compiuti,
la scelta di un giaciglio non garantito.
Alla stazione mi stendo
dentro il sacco a pelo;
delle ragazze cantano in spagnolo,
poi, obviously, arriva la polizia.
On the road to Castel Sant’Angelo:
anche lì è presente
il braccio armato dello stato.
Roma squallida, morta, tiranna, egoista,
si pensa solo ai propri interessi.
Isola Tiberina, notte.

 

Composti la mattina dopo, di getto. Quella notte tra il 10 e l’11 agosto è stata una delle mie peggiori notti romane, non certo per aver dormito a qualche metro dalle acque del Tevere, ma per aver conosciuto la faccia ostile della città…
Una città, anche amata sotto certi aspetti, o meglio, sotto precisi aspetti, può a volte apparirti opprimente, nemica…
Avevo ventitré anni, tornavo con un’amica da un avventuroso viaggio in autostop, giunto fino a Londra e che per me avrebbe avuto un seguito.
E’ difficile realizzare che quella notte appartenga a quel viaggio, ogni tanto anche Roma si manifesta sotto una luce diversa e si ha voglia di fuggire…
Uniche modifiche: “obviously” era naturalmente; “egoista” era autoritaria.
(X – 11.8 Rm)