DITTATO DEL MARE DI MEZZO

I cavalloni che ho aggredito
tra i Capi, nel mare mediano,
della Frasca e dei Corsari, turrito,
evocan primo ardore meridiano.

Nel letto, supina, t’alzo il vestito,
ti osservo, stimo, quale ape sultano;
del cibo che inforno traiam mito,
la pala incalza a ritmo pacchiano.

Ora Anfitrite, ora Afrodite, me
rapiscono e te Cupido sfianca,
ti rende docile al caldo seme;

più fervore t’infonde e non più stanca
ti abbandoni al piacere che preme,
alla piena fusione poco manca.

pisor2Serie del mare. Sonetto dedicato, ispirato dal pensiero permanente di quei tempi e non solo.
Il titolo individua il punto in cui avviene la scrittura: il mare di mezzo tra i due capi, che ditta; mare già ampiamente cantato.
(XXVI.XLII – 15.9 Arbu/Pis)