ACRISTICI

Il concordato
lega lo stato,
più che i pagani
umilia i Cristiani.
Affini alla religione
le tesi gramsciane,
mentre governi clericali
fanno ecatombe dei Vangeli.

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Esprime con valenza più religiosa il concetto espresso con “Fedi contaminate”.
A volte per enunciare l’evidente si ricorre al paradosso; quando è così significa che il condizionamento di secoli ha fatto breccia nella nostra mente ed è molto faticoso rielaborare, ripristinare la verità e la logica.
Sia al Cristianesimo, sia al marxismo è capitato di avere come peggiori nemici coloro che hanno agito facendosi loro portavoce; ciò accade diffusamente anche oggi e per quanto riguarda il Cristianesimo, con gli acristici, appunto.
Se però c’è ancora qualche voce che grida nel deserto, la speranza non muore.
Oggi POEESIE ha compiuto cinque anni, sembra molto lontano il tempo dell’inizio. Curiosamente riflettevo sul fatto di come il tempo scorra veloce o lento a seconda delle situazioni ed è bello constatare che in ambito di – almeno – evocazione della poesia, vada piano…
(XIV.XXV – 23.11 A) 

ROMA

Non ti ho trovata, mi manchi,
sensazioni di estraniamento.
Grande folla al Vaticano:
quanto accade ricorda Gesù?
Libreria Uscita: non hanno
“L’iniziazione individualistica anarchica”.
Trattoria Paradiso, tranquilla…
sto ad osservare da un tavolo all’angolo,
francesi, normalità, camerieri;
nei due tavoli di fronte a me
vivo sotto certi aspetti
“Grand hotel” dei Procol Harum.
“E’ giusto…”, “La foto al Papa”,
“Il Papa attuale”, “E’ giusto…”.
Vecchi frequentatori del posto,
uno mangia golosamente, si rimpinza.
“Ti ricordi quella parte del Vangelo?
Come!? non ti ricordi?”.
La cenere della mia sigaretta
dentro un vaso di fiori.
Ristorante pagano, ti fai anche pagare caro!
Atmosfera creata dal vino?
Verità di “Roma” di Fellini!
quel che rimane, si diceva stamattina.
Piazza Farnese: c’è la vecchia del gatto.
Ragazzo vicino, non farti prendere dalla paranoia:
ride improvvisamente, si alza, non ha pace,
non cadere nella trappola mortale.
C’è anche il vecchio del cane:
i compagni di piazza Farnese.
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Di ritorno da Londra mi fermai a Roma. Il giorno descritto, particolare per la città e per il Vaticano, lasciai il gruppo varesotto conosciuto in ostello e seguii un preciso itinerario.
Il vinello della trattoria Paradiso (ormai chiusa), ebbe funzione ispiratrice; così, raggiunta la grande piazza, sedetti su una panca di pietra di Palazzo Farnese, sulla sinistra, e scrissi questo brano.
Esso ricalca lo stato d’animo di allora, malinconico, indignato, deluso… e scrivere, dando spazio al sarcasmo, mi restituì un po’ di serenità.
(X – 12.8 Roma)