MOMENTI DI UN AMORE

Celebriamo momenti binari dell’adolescenza, da un lato situazioni di confine, da un altro di prosecuzione di un dialogo intimo complesso sul significato dei sentimenti, dell’amore, della passione e del sesso, forse tanti modi per esprimere il medesimo concetto.

Riguardo al già detto, una sintesi è necessaria, perché non sembri che si dica tutto e il contrario di tutto, come potrebbe percepirsi, ma solo perché la complessità dei sentimenti è un fatto reale che non può essere banalizzato, semplificato, ridotto.

Tutto nasce insieme a noi, cresce con noi fin da bambini, si palesa nei nostri giochi, nel senso di proibito, nel doversi nascondere, fatto che aumenta il desiderio, ma anche la frustrazione di non poterlo soddisfare liberamente. Tutta l’infanzia trascorre con questo senso di insoddisfazione, di pochi momenti rubati, clandestini, impeti di passione che contengono oltre al piacere una certa sofferenza… Il dubbio è se in questo ci sia anche sentimento, ciò che diciamo amore… A mio avviso sì, a un livello adeguato alla progressione del tempo, alla conoscenza, alla maturazione; stesso discorso vale per gli altri periodi della vita, dall’adolescenza, alla giovinezza, alla maturità.

Dunque c’è sempre tutto, ma ci sono anche vari stadi, vari confini che si superano e danno luogo alla soluzione di ostacoli in età minore difficili da sovrastare, e il discorso è molto soggettivo naturalmente.

L’invaghirsi infantile opera nelle situazioni più diverse, dagli sguardi di desiderio a scuola, fino anche alle carezze nel vicinato o nella cerchia amicale, in modo tacito e a tratti naturale, benché celato, ma con dei livelli ben marcati e differenti, che convenzionalmente distinguiamo tra approcci più fisici e altri più ideali, sentimentali, amorosi.

Con l’adolescenza, con il subentrare di una maggiore conoscenza, con la conquista anche del rapporto e dello scambio verbale, gli approcci da una parte si semplificano e da un’altra si complicano, si hanno più strumenti , ma con la maggiore consapevolezza sparisce la naturalezza e ci si trova in situazioni più complesse.

L’adolescenza separa in qualche modo maschi e femmine, gli stessi che nell’infanzia non avevano alcun problema a rapportarsi; subentrano altri riti, nuovi recinti da sovrastare, e ho già raccontato di amori platonici, di slanci azzardati e chiusure seguite a delusioni…

Talvolta le fasi di crescita non sono segnate dall’età, ma dagli avvenimenti, per cui un avanzamento fondamentale nell’adolescenza può derivare da un incontro più o meno casuale, neppure cercato, “un colpo di culo” sopraggiunto più o meno presto, o anche tardi. Ciò non esclude che altri abbiano dovuto “lavorare”, impegnarsi, per giungere al medesimo risultato, o ancora può capitare che l’impegno non porti ad alcun esito, poi capiti che il caso, la sorte, venga incontro…

Non so esattamente se ci siano o quali siano le statistiche che fotografano la realtà degli incontri tra un ragazzo e una ragazza, sarebbe peraltro molto complesso vista la serie di variabili in premessa.

Per il nostro eroe questo step: rapporto fisico e sentimentale a un tempo, giunge ai sedici anni (un po’ un’anomalia, corrispondendo ai primi rapporti fisici una forte passione, un innamoramento pazzesco e condiviso). Questo improvviso accadimento si inserisce nel nulla più assoluto precedente, per interrompere il quale occorre tornare ai giochi “al dottore” dell’infanzia o a carezze più o meno rubate del periodo puberale.

Ma nello step attuale si è di fronte a fatti e sensazioni indescrivibili mai vissuti, solo sognati, che interessano tutto il corpo, dalle zone erogene a stomaco e intestino compresi… E il primo bacio, che si darebbe non so cosa per ridarlo, i momenti che l’hanno preceduto e quelli che lo hanno seguito. La fortuna di scambiarlo con una ragazza amata davvero (difficile da credere, ma si è all’inizio di un folle amore, tanto “folle” che fu necessario internarlo, recluderlo, e infine proibirlo…).

I protagonisti sono gli stessi dei canti intimi, “Prima gioventù” II, III, IV, che ne percorrono la storia da un punto di vista differente, visto che qui si parla di adolescenza e non di gioventù: cambiano i tempi e pure le percezioni, ma le due espressioni in sostanza si confondono.

Lei giunse in vacanza, non si vedevano da tempo, l’incontro e l’approccio furono in qualche modo premonitori e anche il fatto che non solo stavano sempre insieme, ma tra loro c’era un feeling senza precedenti (si conoscevano dall’infanzia).

Quella sera, nel dopo cena, rimasero soli e pareva che entrambi non aspettassero altro, soli e appiccicati, seduti sulla soglia di casa… I loro dialoghi si fecero sommessi e sempre più per monosillabi, difficili da pronunciare, come se gli si fosse seccata la saliva in bocca. Erano nella penombra, super eccitati, li fece sorridere il passaggio di un cane nel silenzio generale. Lei sembrava ancora disinvolta, almeno più di lui che fingendo freddo (era luglio) l’aveva abbracciata e poggiato il capo sul suo seno, lei lo accarezzava, “stai dormendo?”; trascorsero istanti infiniti, vi era la sensazione che qualcosa stesse per accadere, l’adrenalina dava sensazioni sconosciute fino ad allora… Lei si muoveva, e lui ebbe paura che volesse interrompere quel momento, si alzò, volse il suo viso verso di lui e dopo una debolissima resistenza (“non puoi”) la baciò, fu un lungo bacio, da orgasmo. Ormai persi uno nell’altra continuarono anche in piedi; lei poneva dolci domande, tra baci e carezze, dubbi impropri di un’evidenza innegabile, di un’incredulità di facciata…

Seguirono giorni di passione che tolsero a lei ogni dubbio: sempre insieme, si cercavano, si amavano con furore a ogni occasione propizia che si creavano, anche con una certa prudenza, a volte molto relativa in realtà. Nelle sere senza luna si avventuravano in luoghi bui anche fuori dall’abitato ed esistevano solo loro, erano momenti di felicità totale, le paure che facevano capolino quando dovevano separarsi venivano respinte da uno stato di invincibilità. Impararono a dosare i loro momenti, divennero super sensibili ad ogni rumore estraneo, ad ogni richiamo, talvolta frutto di scherzi amici… Momenti indimenticabili custoditi dalla memoria senza tempo.

17 momenti di un amore

43 Momenti di un amore (17 – III – 5.8 a) a 28-30.4.2023

MOMENTI DI UN AMORE

 …Poi restammo soli
e aumentò la mia voglia;
misi fine agli indugi
posando il capo sul tuo seno,
avvertii un fremito.
L’oscurità celava il paesaggio, per strada
soltanto un cane.
Stavo adagiato su di te, muovendoti
mi carezzavi.
Ebbi paura che volessi smettere, interruppi
i preliminari.
Ti baciai con impeto, perdesti
il controllo dei sensi.
Al buio sulla soglia di casa
ci congiungemmo;
l’abbraccio fu eccitante, desiderai
palparti la pelle.
Amavi con dolcezza e provai
buone vibrazioni.
Ignoravi di avermi sedotto, lo svelai,
rimanesti incredula.
Subentrava l’infelicità, se per un attimo
ci separavano.
Un furore sconosciuto saldava
gli attesi incontri.
Una sera, soavemente, cedesti
sotto un arcale.
Nella notte fonda, senza luna,
giocavamo coi nostri corpi.
Privi di meta, fuori dal mondo, ma coscienti
della libertà,
cercavamo di appartarci, evitando
ogni compagnia.
Cambiò la vita improvvisamente, i problemi
si dissolsero.
Usavamo con cura ogni istante
nello stare insieme;
tante volte l’incantesimo terminava
per un rumore.
Un giorno corresti via angosciata
udendo un richiamo:
era tua sorella che ideò
il cattivo scherzo.
Ora sei partita, ma ricordo spesso
i nostri momenti.

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Inizia con questo brano una seconda fase della mia adolescenza; già scoperto l’amore, le forti passioni, fulminanti o durature, improvvisamente a sedici anni, all’amore si aggiunse il sesso: fu una fortuna che non siano stati disgiunti. In tal modo lo conoscevo già, in vari giochi, il più noto quello del “dottore”, in cui fin da piccolo ebbi anch’io modo di cimentarmi.
Ma qui si trattava di altra cosa: sensazioni indescrivibili, che interessavano tutto il corpo, stomaco e intestino compresi. Il primo bacio, darei non so cosa per ridarlo, per i momenti che l’hanno preceduto e quelli che lo hanno seguito. Ho avuto la fortuna di scambiare il primo bacio con una ragazza che amavo davvero (sedici anni, difficile essere credibili, ma quello era solo l’inizio di un folle amore, tanto “folle” che è stato necessario internarlo, recluderlo, e più volte…).
I versi, i primi di tanti su questa storia (alcuni già pubblicati, es.: “Alienazione transitoria (inferno)”, sono come dei flash che illuminano dei momenti notturni. Anche questi hanno subito una revisione per la solita fobia di banalità e retorica, ma ritengo utile riportare qui sotto l’originale, con un’operazione meta-filologica: evidentemente la revisione non ha saputo mantenere alcune importanti sensazioni ancora calde. Devo ammettere che quell’impulso che mi spinse a modificare il testo, è ora scomparso. Non scrivo così ora, ma so apprezzare l’efficacia del testo originale; allo stesso tempo sono cosciente delle cause, anche “storiche” e in parte pudiche, di una revisione. Il primo titolo era “Saturno (al buio)”.
(III – 5.8 A)

SATURNO (al buio)
Fummo finalmente soli/ e in me nacque un sentimento;/ non sapevo da dove cominciare,/ assaporavo il tuo corpo fresco,/ unitamente al tuo spirito caldo./
Nella notte “dormiva” la casa, l’ultimo cane/ era passato già./ Sul tuo grembo mi adagiai e il tuo corpo/ carezzava me./
“Stai dormendo?” sussurrasti; strinsi i tempi,/ dicesti “Non puoi…”/ ma forzai la tua bocca, mi accettasti/ quando vi entrai./
Abbi fede in Saturno che ci guarda,/ il nostro sangue unirà./
(prove di paganesimo!, ndr)
La mia mente senza alcool, ma era pazza,/ bramava la tua pelle./ Nel piacere eri soave; forti sensazioni/ mi appagavano./ Il mio peccato era amarti tanto; mentre il tuo,/ non credermi sincero./ Da beato a condannato io mutai,/ salivi ormai le scale./
O Saturno, dacci un lembo del tuo anello,/ le nostre dita ornerà./
Ricordi quella sera che, affamato,/ sotto un arco ti gustai?/ .. e la sera, senza luna, che il tuo enzima/ si mescolò col mio?/
In salita, in discesa, sulla strada,/ sapore di libertà!/ Chi sapeva e “non vedeva”, in una curva vide/ le nostre effusioni./
L’universo volta faccia, non ci guarda,/ Saturno ci abbandona?/
Un’altra notte poco propizia, quanta voglia/ di tenerti con me./ Il rombo di un motore mi deluse, mi sollecitò/ a nascondermi con te,/ ma il ristoro durò poco, sulle labbra,/ cibo del mio amore./ Un richiamo, un sussulto, una corsa,/ mi tolsero ogni gioia./
L’hai presa, diavolo d’un Saturno; ma il tuo anello/ le nostre dita ornerà./

Accompagnamento musicale:
(inciso)
DO…….
LA- … MI- LA  MI
(ritorno)
MI… LA- … DO… MI- LA  MI (e si riprende).
(III – 4.8 A)