…E custa
po si fai sciri
ca sa nobilesa
est prus parenti
a terra e traballu
chi a sa richesa.
De reis e prìntzipis
mira sa mata:
Giusepi, maistu ‘e linna,
fillu de Arrafiebi, pastori,
fillu de Antoni, manòbara,
fillu de Frantziscu, picaperderi,
fillu de Antoni, maist’ ‘e muru;
comenti a Tomasu,
fillu de Paulu, maist’ ‘e muru,
fillu de Giuannantoi, maist’ ’e muru,
fillu de Tomasu, maist’ ‘e muru;
e Santinu, massaju,
fillu de Afisiu, massaju,
fillu de Luisu, massaju;
e Mundicu, giornaderi,
fillu de Giuanni, brabieri,
fillu de Luisu Maria, majgu.
Un altro omaggio ai miei nobili avi, con un semplice concetto.
L’uso della ripetizione come figura retorica è d’ispirazione biblica, nientemeno, o se preferite, evangelica.
Diciamo che può anche essere un gioco cui potete cimentarvi con qualche piccola ricerca: vi servono solo nome e mestiere di quindici progenitori, partendo dai quattro nonni a digradare nel tempo. Buon lavoro… poi mi fate leggere, magari nella vostra lingua locale… Sarebbe bello realizzare in questo modo una genealogia delle vere famiglie nobili, quelle dei lavoratori.
(XIII.XXIVb-31.07 A)
Traduzione:
RADICI NOBILI
…E questa/ per farvi sapere/ che la nobiltà/ è più affine/ alla terra e al lavoro/ che alla ricchezza./
Di re e principi/ ecco l’albero genealogico:
Giuseppe, falegname,/ figlio di Raffaele, pastore/ figlio di Antonio, manovale,/ figlio di Francesco, scalpellino,/ figlio di Antonio, muratore;/ come Tommaso,/ figlio di Paolo, muratore,/ figlio di Giovanni Antonio, muratore,/ figlio di Tommaso, muratore;/ e Santino, contadino, / figlio di Efisio, contadino,/ figlio di Luigi, contadino;/ e Raimondo, bracciante,/ figlio di Giovanni, barbiere,/ figlio di Luigi Maria, guaritore./
Mariavé, ma cossa astu scritto (libera interpretazione ciosota)!
Ricordi la fiaba di raperonzolo? Ecco, l’intreccio degli avi si annoda; Raperonzolo getta la treccia dalla torre, il principe vi si arrampica e, alla fine della salita, trova lei. Vuoi scioglierle i capelli? Il loro profumo inebria, attento. Potresti cadere giù dalla torre.
vado a pappa e poi torno a salutarti; questa storia della genealogia nn è mica per tutti, sai?
ciao
A proposito nn è che sei un po’ mago anche tu, come il tuo avo Luigi Maria?
Adesso ti faccio sentire in colpa: prova a chiederlo al piccolo Remì 🙁
Se tu sei il mago, fai tu la parte della strega, basta mettersi una bella parrucca e nessuno se n’accorge 🙂
Se sei mago, la strega la puoi fare tu, con una bella parrucca! E nessuno se ne accorge… 🙂
Hai ragione, certe fiabe hanno un po’ la funzione del mito. Alice, ad es. è veramente diffcile da capire e cmq non è tra le mie preferite, non so se possa essere inserita tra le fiabe.
ti lascio un bacione……..fatti sentire!!!
Quella su Michelangelo nn l’ho capita.
Buona giornata…Ho visto che hai inserito il tuo libro sul blog, finalmente!
Lo sai che sto iniziando a leggerlo? Bello davvero, sei molto accurato, certamente un lavoro che merita di essere approfondito anche nelle scuole, soprattutto in Sardegna.
un bacione
giulia
Buon lavoro… magari ce ne fosse per tutti! io.semprelatitante
Mi piace molto il figlio di Luigi Maria che faceva il guaritore. Vorrei vedere se l’ha scritto anche sulla carta d’identità.
Fantastico
Buonanotte,
g
Un po’ in anticipo, ma ti lascio gli auguri di buon Natale. A presto, Gea
Già fatta la ricerca. avuto un avo garibaldino, mica mozzica. RRido
Proverò a ripassare, ma intanto ti lascio un abbraccio e gli auguri di Buon Natale :))
giulia
Auguri Auguri ma TantiAuguri di BuonNatale ..che ti raggiungano !
cumpanedulci… 🙂
buone feste anche a questo blog!
Passo ad augurarti buona fine e buon principio, Gea