UN SUICIDIO

E’ arrivato il giorno aspettato,
tutti vanno fuori città
perché c’è una grande festa in paese
i ragazzi con le moto
vanno correndo a ballare:
“Bacerai la tua ragazza,
ma ora guarda dove vai!
Corri, corri, corri e non arriverai.
Stai passando nella strada
dove hai tante ammiratrici,
impegnati poco a salutarle
perché c’è il pericolo
di un incidente quaggiù!
Bacerai la tua ragazza,
ma ora guarda dove vai!
Corri, corri, corri e non arriverai.
La velocità è eccessiva
mentre passi per la curva stretta,
una macchina ti abbaglia gli occhi,
dopo troveranno solo dei rottami
e in casa tua madre piangerà
perché non sei stato prudente.
Corri, corri, corri nell’al di là.”
un suicidio.jpg

Parte con questo brano la serie giovanile non rinnegata, ma a mio giudizio più palesemente retorica. Quelli ora pubblicati dovrebbero essere i miei primi versi ufficiali, scritti con la voglia e la volontà di scrivere. Avevo 14 anni, in mente la metrica del tradizionale Proud Mary e per spunto le stragi del sabato sera ante-litteram e magari Canzone per un’amica.
Titolo originale “Guarda dove vai“, modificato nel tentativo di sbanalizzare, mentre il testo non ha subito modifiche sostanziali.
I brani che hanno preceduto questo, fanno parte più o meno dello stesso periodo (un arco comunque di nove anni) , e sono compresi in una raccolta, integrata in tempi diversi e con i seguenti titoli: “Canti intimi e di città”, “Canti dell’io, per Eva, il mondo e Dio” e infine “Racconti di/versi”.
(I – 18.8 A)
Musicata così:
LA DO
RE MI
LA DO
RE
LA… e si ripete.
(IV – 30.8 A)