FASCISTE!

Quella mattina arrivò presto, se ne stette seduto sul muretto privo di alcuno stile che fungeva da passerella di accesso alla facoltà, ma piuttosto defilato, vicino alla libreria, postazione scelta non a caso: da lì poteva osservare la fiumana di colleghe che, scese dall’autobus, si dirigevano verso l’ateneo, anch’esso senza stile, o almeno privo di uno stile artistico codificato, un palazzone parallelepipedale con qualche rifinitura agli ingressi, tuttavia piuttosto funzionale all’interno, costruito a cavallo tra anni Sessanta e Settanta del secolo scorso a “Sa duchessa”. Antonio lo conosceva bene, ormai nel mezzo degli studi, ma aveva iniziato a frequentarlo pochi mesi dopo l’inaugurazione: da lì partivano e tornavano i cortei studenteschi, nell’aula magna si svolgevano le assemblee movimentiste, i vari collettivi, le attività culturali che coinvolgevano anche gli studenti medi. Fin da subito ne aveva conquistato la quasi totale agibilità politica il “Movimento studentesco” di Mario Capanna, il gruppo della nuova sinistra più organizzato a Cagliari, o almeno in facoltà di Lettere.

Benché edifici, muretti e immobili vari fossero come allora, i tempi erano cambiati, o almeno, i motivi per cui Antonio se ne stava là seduto non erano strettamente politici.

L’attesa di pochi minuti appariva lunga ore, finché, prima che il suo volto, gli giunse l’eco stonata della sua voce mattutina, maldestra, goliardica e prepotente. Un fiume in piena inarrestabile che travolgeva completamente i suoi piani; la osservò procedere, probabilmente non visto, e dopo qualche secondo di smarrimento, contrariato, ne seguì i passi a debita distanza.

A freddo la riflessione divenne inesorabile: le congetture fantasiose che avevano ipotizzato un semplice incontro chiarificatore non erano altro che chimeriche sovrastrutture, pura immaginazione, ormai non aveva più nessuno da attendere.

Eppure la memoria lavorava, si volgeva al passato, a quando ancora non la conosceva e al massimo incrociarono qualche sguardo nelle aule a tribuna, finché probabilmente si accorsero, nel secondo anno, che frequentavano diversi insegnamenti comuni, si arrivò prima a scambiare qualche battuta, fino all’appuntamento fisso nell’atrio dove si producevano in vere e proprie conferenze, trasferite a fine anno anche all’esterno con soluzioni più dialogiche e qualche sorta di avance da parte di lei.

Entrambi trascuravano ormai le altre conoscenze, si attendevano, si cercavano, si trovavano, cominciavano a frequentare insieme eventi, il rapporto non dichiarato da due anni si faceva sempre più intimo, fino all’arrivo dei primi baci, un’esplosione di passione: la relazione ebbe inizio.

Ma non è questo il nostro interesse, lo è piuttosto la personalità di Lisa fusa alle sue stesse idee, alla sua filosofia, che pare ella sperimentasse nella pratica.

Sostanzialmente Antonio sembrava non avesse capito granché, semplicemente perché non è tipo da giudizi sommari, altrimenti gli apparirebbe tutto chiaro, ma questo lungo tempo della loro conoscenza rivelava dei fatti, apparentemente su due livelli, uno personale e un altro ideologico/sperimentale.

L’analisi del primo livello è apparentemente normale, una conoscenza progressiva, piuttosto lunga, a tratti colta, che poi subisce un’accelerazione più esplicita da parte di lei, ma teorica. Il passo decisivo è demandato al maschio, e perché? Qui subentrano le idee della ragazza, che si è presto definita di destra (“un’altra fascista!” commentò tra se Antonio, sempre stato di estrema sinistra, ma che calamitava una fascista dietro l’altra, e manco sarebbe stata l’ultima, tanto che la cosa rappresentava un fenomeno che cercava di studiare, dandosi al momento vaghe soluzioni).

Tuttavia Lisa era poi passata a militare in Rifondazione comunista con l’intervento di un’amica, ma questa altalena non si fermò lì, tornò a simpatie fasciste e di nuovo comuniste, fino a non saperne più lo stato al momento in cui la perse completamente di vista diversi anni dopo, quando da tempo entrambi avevano concluso gli studi e creato famiglie autonome.

L’ipotesi di Antonio era che lei, con tutta una serie di relazioni concomitanti, sperimentasse le più svariate reazioni dei partner, continuando peraltro in qualche modo a interagire, nel presupposto che riuscisse a manovrarli.

Dopo due anni di conoscenza e un mese di relazione, la chiudeva d’autorità: NICHTS! KEIN! Si comportava da “captiva”, simulava di essere prigioniera, ma poi veniva fuori la malvagità: dalla cattività alla cattiveria, secondo un modus pensandi assolutamente fascista.

Dietro questo stava tutto un copione letterario, ci fu perfino il romanzo galeotto: lei prendeva, gestiva, dirigeva, perfino i silenzi, gli scambi accademici e le attività, poi “razionalizzava”.

Scrisse Virgilio, illustremente citato, “Adgnosco veteris vestigia flammae”, trattavasi certamente di altra fiamma… sebbene anche lui fosse fissato con la patria italica.

86 fasciste!

33 Fasciste! (83 – XVIII.XXX- 6/11.4 a) a 1-4.7.2022

FASCISTE!

Siso sul muretto senza stile
dello mio ateneo non nuovo
maldestra giunge goliardica
la voce stonata mattutina

Avvolto da chimerico alone…
non ho nessuno da attendere
prima sì… Serena o Lisa, non so
NICHTS! KEIN! Non lo capirò mai!

Galehaut le roman… et captiva!
Placcava, gestiva, conduceva. Silenzi…
Voto senza poesia… e razionalizzò.

fascista, assiso, ateneo, goliardo, nichts, galeotto, captiva, romanzo, voto, fiamma

Sensazioni, attimi, momenti, istanti, lampi, fotografie e brevi ciak cinematografici, in un tempo che scorre, travolge, cambia, ritorna, svanisce, eppur si muove e mai si ferma.
Così il troubadour, assiso sul poco poetico muretto, ode, osserva, percepisce, ragiona, deduce, sentenzia, ricorda, stupisce con sarcasmo immutabile e sul volto una smorfia di riso sardonico.
Complicato spiegare il mondo, ognuno se lo spieghi da se… si possono tollerare al massimo gruppi di due, oltre siamo già all’adunata sediziosa.
In fondo niente è come sembra, ma se spesso sembra, ci si interroga.
Mi limito a precisare che il titolo non allude a una trattazione, ma è semplicemente un’ingiuria in francese.
Scrisse Virgilio, illustremente citato, “adgnosco veteris vestigia flammae”, trattavasi certamente di altra fiamma… sebbene anche lui fosse fissato con la patria italica.
(XVIII.XXX- 6/11.4 A)