SOLE

Gli albori adolescenziali sono caratterizzati da fatti veramente singolari, quanto apparentemente insignificanti. Apparentemente appunto, perché in realtà hanno un impatto fondamentale sulla formazione di una persona; il fatto che se ne parli e si rifletta su essi dopo tanti anni ne è una dimostrazione.

Il nostro “eroe”, sedici anni appena compiuti, non ha una nutrita agenda di impegni, il suo tempo da qualche anno è occupato da sogni, fantasie, scrittura di versi, attenzioni verso le ragazzine, che raccolgono quasi per intero anche le altre tre occupazioni, poi certo c’è la scuola e tutto quanto fa parte della “routine” quotidiana, ma in qualsiasi impegno si infila prepotentemente quello principale, che si è ben capito.

Dovrei parlare di “amore” per semplificare e garantire una certa chiarezza, e perché no allora? Per una questione di mero pudore, di tenere un profilo letterario modesto, insomma per evitare di rendere il racconto spavaldo, eccessivo…

Tuttavia, chiarito questo, non si può neppure rischiare di non riportare il vero, per quanto semplice, sempre nello spirito del resoconto formativo dei nostri personaggi, per il piacere di conservare spunti psicologici e sociologici: una sorta di conflitto tra normalità ed esaltazione di essa. E ciò valga per quasi tutti gli scritti a tema adolescenziale da me prodotti. Infatti ci torno spesso nella speranza che prima o poi riesca a esprimere con chiarezza il concetto.

Nonostante questi vari ripensamenti, in origine il racconto era espresso in modo piuttosto esagerato, eppure quella era l’espressione pura delle emozioni del momento, pertanto la revisione si divide tra la necessità soggettiva di verità e quella obiettiva di un contesto oggettivo. Una gran lotta che comunque vede termini come “conclusione”, “fine”, “amore”, “tragedia”… riletti oggi, un tantino esagerati.

Pensate a L, la nostra protagonista più recente, lontana dagli occhi, lontana dal cuore, e immaginate una M, un’estate trascorsa insieme, il nuovo angelo, riluttante, ma non del tutto scevra dal piacere dell’assedio amoroso e l’inaspettato arrivo dell’altra nel mezzo del nuovo contesto… Consueta situazione in cui si perde capra e cavoli. Che fare? La duplice inibizione non porta a nulla di buono e non sarebbe stato meglio il persistere o il deviare, anzi sarebbero state soluzioni più gravi.

Sulla mera realtà tutto finirebbe qui, ma in adolescenza la realtà quotidiana si accompagna alle fantasie notturne, le quali ben sceneggiate conciliano pure il sonno, poi i sogni vanno un po’ dove vogliono e comunque non esattamente dove vorrebbe il sognatore.

La soluzione fantastica è introdurre meravigliose utopie, avvolgere L di passione e carezze, giacere insieme sotto le stelle e svegliarsi all’alba. Il sogno me la restituisce invece incollerita, stupita, deridente…

L’adolescente non è del tutto scontato, può sì rassegnarsi alla negatività, crogiolarsi in essa, ma all’opposto può anche trovare soluzioni positive per quanto irreali, trovare addirittura il sole come alleato e ipotizzare che il sole stesso assicuri un lieto fine.

Al di là del fatto poco rilevante, dall’esito scontato, potremmo deviare il discorso su un piano morale superiore, su cosa sia più utile per l’umanità in tempi difficili come questi. Cosa abbiamo in campo oggi di preoccupante a livello globale? Guerre, violenza, inquinamento, cui dovrebbero opporsi: pace, dolcezza, ecologia…

Se pensassimo di non poter far nulla, come suggerirebbe la realtà delle cose, saremmo comunque spacciati, potremmo scegliere tra scomparire o rassegnarci alla perdita totale della libertà. L’alternativa è creare un “esercito” globale di nonviolenti, antimilitaristi, pacifisti, ecologisti, che portino avanti una massiccia azione di contrasto alla minoranza che crea i pericoli per la vita dell’umanità. A volte si tratta di pochi uomini. Come possiamo lasciare in mano ad essi il destino del pianeta e della vita?

Occorre che l’umanità e le singole persone recuperino la loro capacità di ragionare. Cosa è meglio e cosa è peggio. Un piccolo esempio: come possiamo condannare chi chiede un forte e decisa transizione ecologica e cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica realizzando comportamenti clamorosi, come un blocco stradale o tingere di vernice lavabile un monumento? Condanniamo un blocco su strade che a breve non potremmo neanche più percorrere per una molteplicità di ragioni, o un’imbrattatura, facilmente rimovibile, a scopo di sensibilizzazione, quando a breve non potremo neppure più vederli quei monumenti.

Non so, il ragionamento semplice, non condizionato dai signori dell’irrazionale, può magari aiutarci a risolvere banali dilemmi personali, ma addirittura importanti problemi planetari.

 sole

52 Sole (9 – II – 8.11 s) a  30.1.2024

SOLE

Mi vide con l’altra
a prendere il sole
e fu fatale
per il nostro calore
quella mia diserzione.
Ne ignoravo l’arrivo,
la sua presenza mi inibì
al culmine dell’incanto;
non seppi proferir inezia
e in un attimo svanì.
Vissi una situazione
tragicamente assurda
e mi pervase
una confusione cerebrale,
al calar della sera.
L’alcool mi venne in soccorso.
Quando la vidi stranita
le parlai di utopie;
mi spostò debolmente,
l’avvolsi di passione e carezze,
sognai sotto le stelle.
Mi destai sereno all’alba,
lei dormiva tranquilla;
ma s’incollerì,
dopo un poco di stupore,
appena schiuse gli occhi.
Fu un’amara illusione,
subii gravi insulti;
uno sputo strepitante
divenne il mio feticcio,
finì con vivo furore.
Mi salutò deridente,
non voleva più vedermi.
Reagii ridendo,
l’accaduto mi parve irreale:
il sole era di nuovo alto.
glee

Ancora un brano misconosciuto: avete presente quando incontrate una vecchia amica, ormai dimenticata? lei vi saluta entusiasta e voi  “…e questa chi è?”. E’ l’effetto che mi ha fatto rileggere questo brano. Per capire di più, ho dovuto fare ricerche d’archivio, non avendone un grande aiuto… In calce al testo, nel diario c’è scritto: “Dedicata a colei che credevo… e invece… ma chissà…”. L’unica notizia utile è che anche allora usavo molto i puntini di sospensione…
Alla confusione cerebrale, tuttavia, è seguita un po’ di luce.
Il brano scritto tre giorni dopo Una conclusione, vede ancora protagoniste le due muse ispiratrici del tempo, delle quali scrivevo quasi in tempo reale.
Brano rimaneggiatissimo per i motivi più volte spiegati in precedenza, rivisto ulteriormente per presentarlo a voi, ma con ripristino del titolo originale. Nelle prime revisioni era “Fine di un amore”, poi “Una tragedia”, il primo troppo tragico, il secondo inadeguato. La metrica usata era quella di Back in the sun, di cui ho già parlato.
(II – 8.11 Sestu)