UN SOGNO

Gli scritti adolescenziali sono spesso carichi di retorica e rimpianti, benché almeno questi dovrebbero essere ancora molto lontani, tuttavia si vogliono bruciare le tappe e ogni stop è motivo di delusione.

Riletti acriticamente questi scritti appaiono imbarazzanti, ma se si è capaci di contestualizzare gli avvenimenti e le emozioni di un’epoca ormai trascorsa, eppur viva, tutto emerge in una dimensione differente.

Le pene prevalenti di donne e uomini in ogni tempo sono gli amori, ma quelle giovanili, le prime, hanno un sapore particolare, sono spesso lancinanti, intense come se non ci fosse un domani, un’altra possibilità. La vita poi insegnerà a coltivare la speranza e a dimensionare la sofferenza.

Gli amori giovanili sviluppano energie impensabili, dove basta uno sguardo, un sorriso, un contatto, una carezza, a farci perdere la testa, a mettere in moto un mondo sconosciuto di sogni, gelosie, strategie, perfino; ciò soprattutto in teoria, nella realtà si sviluppa piuttosto la paura di fallire, di poter risultare illusi e inadeguati, è qui che l’adolescente, se ne ha l’estro, si rifugia nella scrittura, nel romanticismo, nell’arrendevolezza e indulgenza verso se stessi e in ultima istanza, dopo la confusione e l’incertezza, verso l’oggetto dei propri sentimenti.

Tali drammi si consumano preferibilmente nelle feste che i ragazzi si inventano con un pretesto qualsiasi per riunire il proprio gruppo, anche minimo; solitamente la sceneggiatura è preconfezionata, chi ci prova con chi, chi balla con chi e nel caso le cose dovessero assumere una concretizzazione differente, sorge il problema.

Le variabili in questi casi sono infinite. Una delle tante potrebbe essere che a te piace una ragazza in assoluto, ma hai già realizzato che non è cosa, dunque scegli un ripiego, ma neppure tanto, perché anche quello mostra le sue difficoltà. Per di più l’abbandono della strada maestra moltiplica le problematiche che inizialmente erano solo tue.

Un fallimento totale. Quella che ci si aspettava tu dovessi corteggiare combattendo con i denti e con la quale era da tempo aperto un discorso con risultati alterni, capisce di essersi liberata di te senza alcuno sforzo; l’altra, più piccola, intende di essere un ripiego e ha gioco facile a negarsi: uno sputtanamento che ti preclude terze vie.

Torni a casa con un senso di amarezza, il tuo stesso io si prende gioco di te, recrimini, cerchi soluzioni e concludi che non ti resta che il sogno. Tuttavia sai bene che quello va per i fatti suoi, non procede secondo i tuoi desideri; rimane il sogno ad occhi aperti, l’elucubrazione. Almeno così puoi addomesticare la realtà e volgerla a tuo piacimento.

La piccola ninfa mi si avvicina e mi si abbandona palesemente, sono io a sentirmi un ripiego, visto che non ha trovato rifugio altrove. La situazione è imbarazzante, da adolescenti pochi anni di differenza sembrano tanti e lei è piccola, mi sento ridicolo e rifiuto. In realtà lei è carina, formata, matura quanto posso esserlo io e in questo sogno rivalsa non mi va di essere indelicato, così le spiego di non poter stare con lei perché mi piace un’altra e lei lo sa bene.

La sua espressione è eloquente, si allontana senza proferire parola, mi sento talmente in colpa pertanto la richiamo. Si volta, mi guarda dolcemente, ma è un attimo, in realtà ha voluto canzonarmi, neppure tanto perché poi è scappata via furibonda avendo interpretato che nella mia nuova decisione ci fosse compassione.

Visto che ci siamo spinti fino a questo ribaltamento della realtà, completiamolo interamente: ecco qual è il problema con la ragazza che vorrei, è certamente quello di aver inserito nel mio sentimento, nel mio affetto, una sorta di indulgenza, forse aver mascherato sotto il desiderio, l’attrazione, la remissività eccessiva rispetto al nostro differente modo di vedere le cose e sostanzialmente al diverso modo di essere; come dire, l’incapacità di apparire amabile, con un io meno ingombrante.

Il sogno ad occhi aperti, quando in fondo è una riflessione sul proprio essere e benché da una partenza egoistica pervenga, anche attraverso il ridimensionamento e l’autoironia, a una sana autocritica, può insegnare ad essere più positivi, a sapersi dare, spendersi meglio e risultare piacevoli, nella consapevolezza permanente che in tutto ciò non vi sono evidenze scientifiche.

2 un sogno

Un sogno (2 – II – 17.9 a)  a 29.11.2021

UN SOGNOultima modifica: 2021-11-29T20:40:07+01:00da thewasteland
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