ENTRE DOS PUEBLOS

Starò ancora ore
su questa cara panca
misura ardore,
terrammore,
spazio qui in città che ho inteso adottare,
per farmi apprezzare foriero,
e il pensiero è da decifrare.
Risposte
chiedo al tempo odierno, senza clamore,
ma di soluzioni mi è debitore.
Flutti su prore,
luce chiara, attonita,
delle dimore
pluscolore,
mi osservano in tale luogo di mare,
o direi lagunare, invero,
veritiero dèe figurare.
Gorgoglia
nel suo moto il canale incantatore,
la brezza da levante ne è sensore;
sguazza pur fiero un veliero
dall’imbarcadero, a vagheggiare
d’altro emisfero il mistero,
ossia il sentiero di scie corsare.
Il rumore
del traffico leggero al digradare
del sole; staccare, calat su sero,
si alzano domande da interpretare.
Seduto
tra i due abitati, anime del fervore,
testi di tanto scritto evocatore;
Cióxa, il tuo impero severo,
groviglio intero da elaborare
da assorto e austero straniero,
messaggero che non sa sbrogliare.

140 entre dos pueblos

Polisillabi compositi rimati
(XXVIII.XLIV – 21.6 Chg)

NON AVESSI AMORE…

Amore chemical sense non per tutti,
è niente chi non ha il senso dei sensi;
motor dei natura e spirito frutti,
non averlo è il peggior degli scompensi.
Noi che l’abbiam serbiamone i costrutti,
benché in virtuose volontà si addensi.
Diffonderlo è un impegno assai complesso,
ma è utile e necessario farlo adesso.

Ma qui tratto di ciò che si palesa
in sfumature più intime; la chiave,
Loreo, sintesi, quintessenza intesa:
sera, figura composita e grave,
simbolo che ho caro senza contesa,
testimonianza di un affetto soave
della cui solidità non c’è paura,
tanto dici in apice d’avventura.

Dalla panca in muta disperazione
ti osservo partita per la tangente,
tra collera e sgomento la tua azione;
rimosso e ignorato istantaneamente
per tema dei tuoi strali, in apprensione,
tacevo, offeso sentimentalmente,
nella gioia che non ci fosse il treno,
potevano passarne ancora meno!

Poco è il ritardo e strilli per mezzora,
ti calmi quando a due ore si allunga,
mi turbi, sto a mo’ di disperso in gora;
lusinga, acché la redenzione giunga,
rivoluzione, il nero si colora,
il Polesine da Galehaut funga:
the other side of the moon che si rischiara
come la mosca cede alla zanzara“.

Fare il pieno di te sfiorato il peggio
riscalda il cuore oltre la tua presenza…
Con altro animo scrivo su quel seggio,
incedo ebbro d’euforia e compiacenza,
lieto la tua tenerezza festeggio,
di Loreo paradigma l’afferenza,
“tutto il resto” ha davvero un picco basso,
non esiste neppure e ora lo casso.

136 non avessi amore
Ottave di endecasillabi
(XXVIII.XLIV – 22.2 A)