(1891, doxi de Cabudannu)
Domu de làdiri
su lamentu de Mundicu
po sa morti de sa màma
no poderat.
Pasturas de Turatzu
de is brebeis e cabras
de Arrafieli, su fami
ndi bogant.
Antoni est dromendi,
e no scit penas e prejus,
spaciaus acanta ‘e issu,
noi mesis tenit.
Mundicu e Arrafieli
ca cussu pipieddu tenit
preneta manna e grai
no scint…
De is arcanos insoru
inghitzat.
Con questo si conclude la serie di dodici brani in sardo, iniziata con ‘Tendi ita t’atzoroddu e interrotta solo da About promenade. La lingua sarda tornerà, ma non, almeno per ora, con serie così lunghe.
Questo brano, leggermente trasposto nel tempo rispetto al nucleo centrale composto nell’arco di due giorni, evoca in qualche modo la nascita di Gramsci, legandola alla scomparsa di mia trisnonna Battistina e di tutto un mondo onirico, dove anche i vivi, si spostano come in slow-motion nei Campi Elisi, in paesaggi color oro.
Il brano, il cui titolo era “Po mamma Battistina”, è stato riveduto rispetto alla metrica originale, nel tentativo di dargli un tono più arcaico.
(XIII.XXIV – 8.12 A)
Traduzione:
PER NONNA BATTISTINA (+12.9.1891)
La casa in terra cruda/ il lamento di Raimondo/ per la morte della madre/ non trattiene/.
Pascoli di Turatzu/ delle pecore e capre/ di Raffaele, la fame/ placano/.
Antonio sta dormendo,/ e non conosce dolori e gioie,/ consumati vicino a lui,/ ha nove mesi/.
Raimondo e Raffaele/ che quel bimbo ha/ destino grande e pesante/ non sanno…/
Dai loro enigmi/ ha inizio/.
La vita e la morte si intrecciano.
Persone che avranno un destino grande si incontrano; ci si sfiora leggeri (ah, quanto è bello questo aggettivo!), un urlo, la calma di un pascolo, il sonno di un bimbo.
Grande e piccola storia, di ognuno un frammento importante
P.S. da un poeta come te come ci si aspetta una violazione di sanpietrini?
Mio carissimo amico ritrovato, leggo questa tua bellissima poesia e…non ho bisogno della traduzione…eheheheheh…grande, grande, grande l’omaggio a Gramsci, e che ricordi meravigliosi mi riporta alla mente quello scorcio di paese con le povere case di mattoni crudi…Saludos
Non è propriamente una crisi, amico mio, è che a volte ci si ritrova a non avere molto da dire. E, allora, forse è meglio tacere. E poi comunque anche la vita reclama attenzione. Istituzione io? Eddai già mi sento vecchia di mio…:-)
Buona estate. Un abbraccio. Gas
Grazie, crepi il lupo!!!!!
Non riuscirò mai a raggiungerti nello stile, nel contenuto, nel racconto…
Ciao e complimenti per il post molto interessante e per il blog, innovativo come pochi…
Ti andrebbe di iscriverti al ring http://ilcircolodellearti.myblog.it/ ;
secondo me il tuo blog, così attrattivo come pochi e con contenuti fuori dagli schemi, potrà arricchire molto questo ring. Pensaci e fammi sapere. A presto.
Molto bella… Un saluto, Gea
bruciare? naaaaaaa
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Ma l’hai scritta tu questa poesia?
Ah, sì, … l’hai scritta tu.
grazie per essere passato… sei un angelo… 🙂