PANI ‘E TZÙCURU

Movi de unu furriadroxu
afac’ ‘e Funtanamari
e de is iscòlius de Nèbida,
asut’ ‘e càstius a spèntumu in su mari.
Issu giogat a cuai
me is furriadas po Masùa
e ingui cumparit magnànimu,
arbu bastioni de Sardigna.
Su monti Guardianu
e sa cal’ ‘e Gonnesa
càstiant is cadreas minerarias
de sabori esitziali.
Un’incueddu de s’ànima de Amsìcora
s’est cuau innoi
e narat cun is undas:
« ciuciustai! ».

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Torna il sardo, che in questa fase si alterna all’italiano.
Quel pomeriggio di agosto vidi per la prima volta il “Pan di zucchero”, così è stato denominato l’enorme scoglio che sorge davanti a Porto Flavia, nei pressi di Masua, nel territorio minerario di Iglesias. Qualche tempo dopo cercai di descrivere le mie emozioni, tentativo forse velleitario, giacché si comprendono solo vivendole.
Tuttavia è l’emozione che si prova talvolta quando si viaggia verso un luogo sconosciuto e che si desidera vedere da tempo, immaginazione e realtà si fondono e creano la magia.
La zona bellissima e grazie al cielo ancora risparmiata dal turismo di massa, è stata oggetto nel tempo delle attenzioni coloniali e governative, uno degli effetti è il tentativo di inserire toponimi strangius, come anche quello del nostro scoglio. Mi piace per questo lodare l’impegno della Sardegna per il ripristino degli antichi toponimi.
(XV.XXVI – 27.10 A)

Traduzione:
PAN DI ZUCCHERO
Partire da una fattoria/ nei pressi di Funtanamari/ e dagli scogli di Nebida,/ sotto vedette a strapiombo sul mare./
Quello gioca a nascondino/ nelle curve per Masua/ e lì appare imponente,/ bianco baluardo di Sardegna./
Il monte Guardianu/ e la cala di Gonnesa/ guardano le cattedrali minerarie/ di sapore esiziale./
Un pezzo dell’anima di Amsicora/ si è nascosto qui/ e sussurra con le onde:/ “giù le mani”!/

ACRISTICI

Il concordato
lega lo stato,
più che i pagani
umilia i Cristiani.
Affini alla religione
le tesi gramsciane,
mentre governi clericali
fanno ecatombe dei Vangeli.

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Esprime con valenza più religiosa il concetto espresso con “Fedi contaminate”.
A volte per enunciare l’evidente si ricorre al paradosso; quando è così significa che il condizionamento di secoli ha fatto breccia nella nostra mente ed è molto faticoso rielaborare, ripristinare la verità e la logica.
Sia al Cristianesimo, sia al marxismo è capitato di avere come peggiori nemici coloro che hanno agito facendosi loro portavoce; ciò accade diffusamente anche oggi e per quanto riguarda il Cristianesimo, con gli acristici, appunto.
Se però c’è ancora qualche voce che grida nel deserto, la speranza non muore.
Oggi POEESIE ha compiuto cinque anni, sembra molto lontano il tempo dell’inizio. Curiosamente riflettevo sul fatto di come il tempo scorra veloce o lento a seconda delle situazioni ed è bello constatare che in ambito di – almeno – evocazione della poesia, vada piano…
(XIV.XXV – 23.11 A)