NEPTUNE

Gli amanti che porti nel tuo letto
ti abbandonano dopo qualche tempo
solo perché io fui libero
di cogliere la tua verginità.
La giovinezza illuminava i nostri visi,
sapevi che forse era un fuoco debole
e gli uomini privi di sentimenti
non accettano donne che hanno già amato.
Il tuo corpo fu eccitato
dall’ambiente creato dal mare.
Il tuo sguardo divenne sognante
scrutando il cielo dominato dal sole
e senza altre forme di vita;
il mare splendente, deserto, tranquillo,
gli scogli carezzati dall’acqua,
la pineta misteriosa abbandonata,
la spiaggia che terminava all’orizzonte,
la sabbia fresca che dava sollievo.
La natura quieta ti impaurì,
all’improvviso ti sentisti sola,
ti scansasti dal mio corpo,
ti afferrai col cuore in gola,
incosciente godendo sospirasti,
poi piangendo di gioia ti assopisti.
Ora lotti contro i miei ideali,
ma senza amore non posso sposarti.
Peccato! Capiterai a qualcuno,
imprecherai sui pregiudizi,
la fortuna di essere farabutti,
venderai la tua purezza morale.

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Il giorno del mio diciottesimo compleanno, nel mio “esilio” di studio, composi questo brano in inglese… oggi può apparire, a tratti, di una retorica disarmante, per il sottile filo ideologico ormai desueto, giusta una rivoluzione dei costumi che può rendere ridicolo certo argomentare.
Tuttavia, la lettrice attenta non potrà non notare la vis polemica (intrisa di una piccola, fisiologica, dose di ipocrisia maschile) contro il sesso per il sesso.
Ergo, i versi non sono autobiografici (mi conforta il diario: “la mia fantasia su un grave problema umano” – certo c’è di peggio!), ma prendono in esame il Caso, per la verità non completamente estraneo alla nostra società, se smettessimo l’obiettivo dai grandi numeri e mettessimo a fuoco il particulare.
La cosiddetta globalizzazione è in realtà una frottola. Il nostro è un mondo di particolarismi, di culture, di popoli, di identità, che otto o nove stati, estranei al bel pensare, vorrebbero scelleratamente scremare, ottenendo per fortuna solo l’effetto contrario, cioè il risveglio di certe comunità dimenticate.
Con questo non dobbiamo far finta che le culture deboli non abbiano le loro aberrazioni, la mia amica Nadir ne ha giusto denunciata una, in tema con il nostro discorso.
Il titolo originale era “Neptune (delight has ruined you)”, musicata a ritmo di rock ballad. L’inglese ha il pregio, con i suoi vocaboli che significano tutto e il contrario di tutto, di nascondere e affinare molte sfumature, che in italiano possono stonare.
L’unica variazione di rilievo è al verso 10, dove l’originale “by Neptune” (da Nettuno) è stato sostituito con “dal mare”.
(IV – 23.10 S)

NEPTUNE (delight has ruined you)
(versione originale)
Lovers who bring in your bed/ after sometime you leave/ only because I was free/ to take your maidenhead./
The youth lit up our faces,/ you knew it was perhaps a feeble fire/ and men without feelings/ don’t accept women who already loved./
Your body was excited/ from the background created by the sea;/ your look became dreamy/ staring at sky dominated by the sun/ and without other forms of life,/ the radiant, desert and quiet sea;/ cliffs caressed by water,/ the mysterious pine wood forsaken,/ the beach ending with space,/ the fresh sand that gave relief./
Silent nature scared you,/ suddenly you felt alone,/ stepped aside from my body;/ I grabbed you with heart in throat,/ unconscious, coming, you sighet,/ then weeping for joy fell asleep./
Now you fight against my ideals,/ but I must not marry without love./ What a pity! You will come to someone,/ will curse the prejudices,/ the fortune to be rascals,/ will sell your moral purity./

Music:
LA SOL MI
LA SOL MI
LA RE MI
LA RE MI
SOL FA LA
SOL FA LA   (then repeat…)
(IV – 4.11 A)

http://poeesie.myblog.it/files/Linkin%20Park%20-%20One%20Step%20Closer.mp3